Cultura

Pratesi: La lezione dell’onda

Spunti e appunti del dopo diluvio

di Fulco Pratesi

«E le acque del diluvio si riversarono sulla terra? in quel giorno tutte le fonti del grande abisso irruppero?» (Genesi 7, 10-11). La portata di catastrofe biblica del maremoto che ha sconvolto le coste meridionali dell?Asia ci deve indurre a fare qualche considerazione. Stando alle testimonianze di superstiti e soccorritori, le aree meno devastate sono state quelle ove la natura, lasciata al suo libero sviluppo, ha potuto far fronte all?ondata. Soprattutto i mangrovieti con il loro intrico di fronde e di radici aeree, la foresta costiera e le palme di cocco con i loro fusti cedevoli ed elastici hanno subito danni minori. Le moderne strutture abitative, così razionali e rigide, fragili e opulente, sono state spazzate via, con tutto il carico dolente dell?umanità che un turismo in espansione ha concentrato su quei litorali, fino a qualche decennio addietro ancora sede solo di comunità di pescatori. Ora che al diluvio idrico si sta sostituendo il diluvio degli aiuti, occorre che l?insegnamento dello tsunami faccia scuola. Nelle ricostruzioni occorrerà tenere a mente l?esigenza di evitare altre possibili catastrofi non concentrando la popolazione in grandi e alienanti agglomerati di strutture insediative, di tutelare, e se occorre ricreare, le barriere vegetali che così intrepidamente hanno smorzato l?impeto delle onde. Un insegnamento dell?importanza di assecondare ove possibile la natura e di conservare gli ecosistemi naturali i quali, meglio del nostro acciaio e del nostro calcestruzzo, sono capaci di resistere alle perturbazioni naturali. E infine, per non aggiungere danno a danno, sarebbe utile istituire zone di protezione assoluta sia nelle foreste litoranee sopravvissute sia nei tratti di barriera corallina più colpiti dall?evento, evitando che ai danni del maremoto si aggiungano quelli dei subacquei invadenti e impreparati, dei pescatori con veleni e dinamite, dei saccheggiatori di souvenir e dei cavatori di pietra madreporica per le ricostruzioni. A questi provvedimenti è necessario affiancare interventi politici ed economici con effetti benefici per quei Paesi: non si può più rimandare la soluzione del fardello dell?odioso debito. Ci auguriamo che il G8 di quest?anno, ospitato da Tony Blair, si distingua per un impegno in questo senso. f.pratesi@wwf.it


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